Aria

VICENZA QUINTA CITTÀ PIÙ INQUINATA – SCATTANO GLI INCENTIVI

20 Gennaio 2017

La morsa dell’inquinamento atmosferico non ha mollato la presa sulla città di Vicenza durante le feste e, anche se con sporadici abbassamenti delle concentrazioni di PM10, non dà segni di cedimento.
Ad evidenziare la situazione critica è “Mal’aria”, il rapporto scientifico annuale sull’inquinamento atmosferico di Legambiente che il Corriere ha visionato prima della sua pubblicazione. Il documento, sulla base di dati Arpa, ha stilato una classifica nazionale sulla qualità dell’aria.

Nel 2016 Vicenza è stata la quinta città più inquinata d’Italia con 71 giorni di superamento del valore limite di PM10 di 50 µg/m3, preceduta solamente da Torino (definita “maglia nera” d’Italia), Frosinone, Milano e Venezia. Il risultato sembra essere migliore rispetto al 2015, quando i superamenti sono stati 106, ma restano comunque troppo alti i giorni di sforamento, doppi rispetto ai limiti di legge (massimo 35 giorni all’anno).
Nelle prime settimane del 2017 la situazione non è migliorata. Dal primo gennaio, infatti, i giorni in cui si è superato il valore limite sono 11.
I venti provenienti da nord est che stanno interessando la Pianura Padana in questi giorni rimescolano le masse d’aria disperdendo così gli inquinanti e facendo scendere i livelli registrati di polveri sottili, ma non appena i venti si placano la situazione torna ad essere critica.

Arrivano per questo motivo come iniziativa della Giunta, 60 mila euro di contributi per chi nel 2017 decide di rottamare la vecchia caldaia con un impianto più efficiente dal punto di vista energetico. Le caldaie, infatti, sono «una delle principali fonti di polveri sottili» afferma l’assessore alla progettazione e sostenibilità urbana del Comune di Vicenza Antonio Dalla Pozza. Con questa somma si potranno garantire circa 300 contributi ad altrettanti richiedenti che potranno ottenere il 20% della somma investita nell’acquisto di una nuova caldaia per un massimo di circa 200-300 euro. L’incentivo del Comune andrà a sommarsi a quello statale per la sostituzione degli impianti obsoleti.

Guardiamo inoltre con vivo interesse il nuovo bando presentato dal Comune sul monitoraggio degli impianti termici attraverso l’effettuazione di controlli a domicilio. «Sappiamo bene che una singola caldaia non incide, ma è comunque un modo per controllare le emissioni, soprattutto dei vecchi impianti, e per migliorare la qualità dell’aria» afferma l’assessore. I controlli saranno random «ma in ogni caso – continua – ci affideremo al catasto proprio per capire dove siano le caldaie più vecchie. Si verificherà il libretto dell’impianto per capire se è stata eseguita la manutenzione». Un’azione importante questa dal momento che, come sappiamo, gli incentivi e i divieti risultano inutili se poi non vengono effettuati i controlli.

Questa decisione si affianca alle misure già introdotte dal Comune di Vicenza come il blocco delle auto più inquinanti, l’obbligo degli esercizi commerciali a tenere chiuse le porte e a mantenere la temperatura massima consentita di 19 °C all’interno di case e uffici.

Non è mancato in queste settimane l’allarme emergenza sanitaria: nelle ultime settimane sono aumentati infatti gli accessi al Pronto Soccorso per bronchiti, infiammazioni alle vie respiratorie e scompensi cardiaci, non attribuibili quindi totalmente all’influenza stagionale.

Non sono più positive le notizie che arrivano da una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica The Lancet, che ha analizzato per undici anni le condizioni di due milioni di persone che vivono nella regione dell’Ontario: sono stati identificati 243.611 casi di demenza, Alzheimer compresa, con una incidenza maggiore tra coloro che vivevano in strade sempre congestionate dal traffico.
I fattori legati al traffico che possono intervenire negativamente sul sistema nervoso e favorire la comparsa di malattie si rivelano essere gli inquinanti atmosferici, ma anche il rumore che viene spesso sottovalutato. Gli inquinanti peggiori sono le polveri sottili (PM10 e PM 2.5), gli ossidi di azoto e le sostanze che derivano dalla combustione dei carburanti delle auto, i metalli pesanti e i particolati, prodotti dalle gomme e dai freni dei veicoli: tutte sostanze che, una volta respirate, entrano nel circolo sanguigno e arrivano al cervello, dove provocano infiammazione e aumento dei radicali liberi.
Non solo, nel 2013 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (un ente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità) ha inserito l’inquinamento dell’aria fra le cause del cancro ai polmoni e alla vescica.

Secondo l’Agenzia europea per l’Ambiente in Europa lo smog uccide più di 460 mila persone l’anno.

Come Legambiente se da un lato plaudiamo all’aumento considerevole degli incentivi in ambito ciclabilità e in parte sul trasporto pubblico che migliorano le alternative di mobilità, dall’altro non si fa abbastanza per disincentivare direttamente l’utilizzo dell’auto, rischiando quindi di incidere poco sul miglioramento della qualità dell’aria.

Jessica Canella

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