Vicenza è da sempre considerata un gioiello nel territorio del Veneto per il suo
ricco patrimonio storico artistico culturale, città Patrimonio UNESCO dal 1994, è considerata una delle città più antiche del Veneto, soprannominata “
La Città del Palladio”, dal nome dell’architetto cinquecentesco
Andrea Palladio le cui opere disseminate per tutto il territorio, rappresentano, con il loro stile classicheggiante, la più elevata espressione artistica del tardo Rinascimento.
Meta turistica per moltissimi visitatori che ogni anno vi giungono per scoprire le sue bellezze, Vicenza è costituita da un
patrimonio architettonico molto apprezzato in tutto il mondo e per questo motivo
salvaguardarlo è molto importante. La tutela e la conservazione del patrimonio culturale vicentino è di fondamentale importanza per
custodire la memoria storica di cui è testimonianza e in quanto
rappresenta un valore aggiunto per un turismo sempre più determinante che porta alla nostra città un introito economico non indifferente.
Negli ultimi anni tuttavia questo spettacolare patrimonio, nella fattispecie
i beni architettonici e scultorei che si trovano all’aperto, sono sempre più soggetti all’aggressione da parte di agenti esterni che ne mettono a repentaglio l’integrità. Le principali cause di questi eventi si differenziano in cause
ambientali, tra le quali anche eventi atmosferici eccezionali (ad esempio un’alluvione), e cause
antropiche ovvero determinate dall’attività dell’uomo, ad esempio gli atti vandalici che spesso deturpano in modo irreversibile le opere d’arte (vedi il caso che ha fatto tanto discutere negli ultimi giorni di una balaustra della Basilica Palladiana oggetto di vandalismo); o l’
inquinamento atmosferico, quest’ultimo aspetto è quello che più ci interessa approfondire in questo articolo.
Fino ad ora abbiamo sempre
considerato l’inquinamento atmosferico dal punto di vista dei danni che esso può causare
sulla salute dell’uomo, tuttavia non è da trascurare l’effetto che questo può avere sull’ambiente circostante ed in particolare sul patrimonio storico artistico.
Inquinamento atmosferico e fattori climatici agiscono sinergicamente accelerando i naturali processi di deterioramento dei materiali che costituiscono le opere d’arte. La varietà delle tipologie di degrado riscontrabili sul patrimonio culturale dipende dalla composizione dei materiali costituenti e dalle caratteristiche climatiche, ambientali e topografiche del territorio con cui i beni interagiscono.
L’incidenza dell’inquinamento atmosferico sulla conservazione dei beni culturali dipende in larga parte
dal tipo di inquinanti presenti, essi si possono suddividere in due categorie:
inorganici ed organici. Le principali fonti di emissione di questi composti sono il traffico veicolare, il riscaldamento domestico e non per ultima l’attività industriale.
La presenza in atmosfera di particolato di finissime dimensioni (PM10 e PM2.5) e di composti chimici (gassosi) come ad esempio l’
anidride carbonica (CO2), l’
anidride solforosa (SO2), gli
ossidi di azoto (NOx), i
composti organici volatili (VOC) e lo stesso
vapore acqueo, può comportare
l’innesco di reazioni chimiche che producono composti secondari che interagiscono direttamente o indirettamente con i materiali che costituiscono i beni culturali, che si tratti della facciata di un monumento storico, della statua di una piazza o di una fontana all’interno di un giardino.
In genere, l’inquinamento atmosferico modifica la concentrazione di alcuni composti che già sono presenti per natura in atmosfera e porta all’alterazione di processi che avvengono naturalmente, ad esempio dei cicli biogeochimici (es. il ciclo del carbonio) i quali regolano gli scambi di determinati elementi chimici e gli equilibri tra i diversi ecosistemi.
Uno dei processi che maggiormente influisce sulla conservazione dei beni culturali è la formazione delle piogge acide, l’acidità atmosferica è uno dei principali nemici dei materiali che costituiscono il patrimonio storico artistico. Le
piogge acide si formano in conseguenza a reazioni che avvengono tra l’anidride solforosa (SO2), gli ossidi di azoto (NOx) ed il vapore acqueo o la pioggia presenti in atmosfera producendo rispettivamente acido solforico e acido nitrico, il primo in particolare può portare alla solfatazione del marmo (pietra calcarea comunemente impiegata nella costruzione degli edifici storici) con formazione di gesso meno stabile, più fragile e di conseguenza maggiormente degradabile.
L’incremento dell’acidità atmosferica, dovuto anche all’aumento della concentrazione della CO2, non agisce solo sui materiali lapidei ma anche sui metalli e sul legno, materiali che spesso vengono impiegati in edilizia come elementi architettonici ornamentali per ottenere effetti estetici particolari. Un altro processo dovuto all’inquinamento a danno dei beni culturali è la
formazione di croste (costituite principalmente da solfati e nitrati) sulla superficie dei materiali lapidei essenzialmente di natura calcarea, in stratificazioni che inglobano i depositi di polveri sottili presenti nell’aria. Tanto più è inquinata l’atmosfera, in particolare in aree urbane o industrializzate, tanto più queste croste assumono colore nero a causa dell’inglobamento di sostanze carboniose al loro interno,
con un conseguente impatto estetico che va ad aggiungersi al danno fisico-meccanico che queste comportano.
Il restauro dei beni culturali ed il ripristino della loro integrità rimane alle autorità competenti, dal canto nostro, come associazione Legambiente Vicenza, dobbiamo spingere ancora di più sulla sensibilizzazione dei cittadini verso il problema dell’inquinamento atmosferico e fornire linee guida per buone pratiche per andare verso un miglioramento della qualità dell’aria della nostra città; incentivare l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto nelle brevi e medie tratte, l’uso dei trasporti pubblici piuttosto che dell’auto privata e non per ultimo, incentivare verso il cambio delle vecchie caldaie e l’impiego di nuovi sistemi di riscaldamento a maggiore efficienza energetica.
L’impegno della nostra associazione dev’essere quindi rivolto innanzitutto a prevenire il problema agendo per quanto possibile sulle cause che lo hanno determinato.
Sempre più, al giorno d’oggi, si sente la necessità di coinvolgere i cittadini a schierarsi in prima fila per diventare protagonisti di una mobilitazione verso un futuro più responsabile e soprattutto più respirabile.
È nostro dovere proteggere e valorizzare il patrimonio storico artistico culturale della città in cui viviamo, in quanto contribuisce profondamente a definire l’identità storica della nostra civiltà e del nostro territorio.
Martina Sartori