Mercatini Biologici
16 Settembre 2017
Ho studiato Scienze Naturali all’Università di Padova e nel 2007 il tirocinio dell’università mi ha portato in Liguria, dove per la prima volta sono stata invitata a visitare un apiario: mi sono bastate poche ore per innamorarmi di questi insetti, che prima di allora non avevo mai considerato e che da allora non ho mai smesso di corteggiare. Nel 2008 ho iniziato le mie prime vere esperienze di apicoltura, affiancando un apicoltore professionista e collaborando per una cooperativa. L’innamoramento folgorante per le api a poco a poco si è tradotto nella necessità di allevare i “miei” alveari: aprire la mia piccola azienda, mettermi completamente in gioco in un lavoro che più spesso è svolto dagli uomini, agire con le api con un “sentire” più femminile e gentile.
Apicoltura Ilaria Rilievo è nata nel 2012, supportata dagli amici e finanziata da un bando dell’Unione Europea. Oggi l’azienda inizia a prendere forma, con 70 alveari, un laboratorio di smielatura e qualche evento per coinvolgere il pubblico in questo meraviglioso mondo (apicolturagentile.com).
Produco principalmente miele e ad anni alterni farina di cereali. Da quest’anno ho in produzione l’idromele, un prodotto fermentato di acqua e miele che potrebbe raggiungere anche fasce di età che non sono normalmente molto attirate dal miele. Sto iniziando anche la produzione di succhi di frutta, spremuti a freddo e solo pastorizzati, lavoro che dona grandi e dolci soddisfazioni.
Attualmente l’obiettivo principale della mia apicoltura è trovare un modo di farcela, sia io che le api: trovare un metodo di lavoro che permetta a me di sopravvivere – con le produzioni di miele sempre più scarse – e alle api di irrobustirsi, di stare bene, di crescere forti e autonome.
L’apicoltura sta passando un periodo molto difficile: il cambiamento climatico disturba le fioriture, con piogge e gelate in momenti in cui ci aspetteremmo sole e temperature moderate, e siccità prolungate che seccano letteralmente il nettare dei fiori, che rimangono inappetibili alle api.
Le api dal canto loro sono indebolite da un trentennio di trattamenti spesso sconsiderati, sia sulle api stesse che sull’ambiente (il prato, il bosco, la pianura sono il loro cibo: se trovano cibo avvelenato, scarso, monotono, senza nutrienti è chiaro che gli insetti si indeboliscono).
Però è limitato il lavoro che gli apicoltori possono fare: certo, un approccio più rispettoso e più naturale alle api sicuramente aiuta, ma è tutto il mondo che dobbiamo cambiare. Agricoltori e apicoltori devono essere uniti nella salvaguardia dell’ambiente, agire con l’unico intento di migliorare quello che abbiamo rovinato e di mantenere in vita quello che ancora sopravvive.
E qui entra in gioco il Mercato Genuino ai Ferrovieri: non solo un mercato, ma un momento di condivisione tra i produttori e con il pubblico. Al mercato arrivano produttori che hanno ben chiaro il loro ruolo di custodi del territorio e trovano tutte le possibilità per migliorare pezzettini di mondo, partendo dal loro piccolo, dalle loro produzioni, dalle relazioni con gli altri produttori.
È un mercato che va avanti forte di chi crede nella responsabilità personale che abbiamo nei confronti dell’ambiente, e lo vuole raccontare ai cittadini, che di solito hanno un rapporto meno privilegiato con la natura. Andare al mercato Genuino ai Ferrovieri per me è un necessario passo per uscire dalla mia piccola realtà e incontrare chi da più tempo di me si è preso quella responsabilità di cura dell’ambiente. So che al mercato trovo produttori e colleghi che non cedono alle regole del commercio e vanno avanti per la loro strada, forti delle loro idee e del loro rispetto per la Terra. Questo non è un Mercato normale: è un momento di crescita per noi produttori, fuori da ogni retorica di certificazione, che arriva diretto al punto; ed è un momento di scambio con i consumatori, che sono parte integrante di questo movimento di responsabilità a cui tanto teniamo.
Qui maggiori informazioni www.facebook.com/genuinoferrovieri/