Aria

Mal’aria 2012 a Vicenza

25 Giugno 2012

ANCHE A VICENZA TIRA UNA BRUTTA ARIA

PM10 e PM2,5 ben oltre i limiti, monitorato anche PM1.
Già a metà febbraio raggiunti i 35 giorni di sforamento da inizio 2012.
E’ sempre più necessaria una serie di politiche sovra-comunali per una mobilità sostenibile

Anno nuovo stessa certezza: Vicenza, in compagnia di molti capoluoghi e molti piccoli centri della pianura padana, è già fuorilegge a causa dello smog. Sebbene siano trascorsi poco più di 60 giorni dall’inizio dell’anno, anche la nostra città, come altri cinque capoluoghi del Veneto (escluso solo Belluno), ha esaurito il bonus di 35 giorni di superamento della soglia di 50 microgrammi/mc per le polveri (PM10) che l’Europa considera tollerabile nell’arco dell’intero anno.

Si è respirato un’aria pessima quindi in questi primi 60 giorni dell’anno girando per il centro di Vicenza come in quasi tutti i comuni della provincia. Un effetto dell’elevato traffico automobilistico e della scarsità di alternative alla mobilità privata. I trasporti stradali infatti contribuiscono sia in termini di particelle emesse dalla combustione dei carburanti, dall’abrasione di gomme, freni ed asfalto, sia in termini di risospensione delle polveri depositate sul manto stradale.

Strade congestionate dal traffico, aria irrespirabile, pesanti ricadute sulla salute pubblica.

Un problema ormai cronico nelle nostre città mai affrontato radicalmente. Nessun piano concreto che preveda una progressiva diminuzione del traffico privato. Per questo motivo i volontari di Legambiente si sono dedicati oggi al rilevamento degli inquinanti presenti in atmosfera nei luoghi che più frequentiamo: piazze, scuole, luoghi di aggregazione. Un modo di evidenziare come esistano delle criticità, anche elevate, in luoghi sensibili della città, che potremmo eliminare o quantomeno ridurre con una migliore politica in favore della mobilità alternativa all’auto.

L’obiettivo di Mal’Aria, la nostra storica campagna contro lo smog, è quindi rivendicare il diritto alla salute, siamo stanchi di respirare veleni. La soluzione esiste ed è sempre più urgente: investire sul trasporto pubblico disincentivando quello privato. Paradossalmente assistiamo a un continuo impoverimento dei treni per i pendolari e continui tagli regionali al trasporto pubblico locale, che si tradurrà in migliaia di automobili in più in circolazione nelle strade e migliaia di tonnellate in più di anidrite carbonica in atmosfera.

“Il giudizio del mondo scientifico è unanime: la lotta allo smog si attua in primo luogo con il governo della mobilità, che deve mettere al bando i mezzi più inquinanti e favorire il ricorso al mezzo pubblico – dichiara Gigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto. Ma per ottenere e consolidare lo spostamento dei pendolari dalla mobilità privata verso treni ed autobus, occorre che anche gli Enti Locali convincano la Regione Veneto a concentrare i propri sforzi e molte più risorse in favore del TPL, al fine di colmare il drammatico divario che ci separa dalle altre aree europee quanto a dotazione di infrastrutture ferroviarie e servizi per la mobilità collettiva”. La Regione Veneto infatti – prosegue Lazzaro – non soddisfatta del taglio di 15 milioni di euro inflitto lo scorso anno ai danni del trasporto pubblico locale, inaugura questo 2012 aggravando ancor di più la situazione: ulteriori 15 milioni di euro sottratti alla mobilità pubblica. Un colpo di mannaia per il trasporto pubblico che rischia di non vedere garantiti nemmeno i servizi minimi. Una situazione a dir poco imbarazzante per Chisso, il quale difficilmente rientrerà della somma sparigliando multe a Trenitalia o chicchessia, per ritardi o disservizi dalla Giunta stessa implicitamente autorizzati”.

I volontari e gli operatori di Legambiente hanno oggi effettuato rilevazioni della qualità dell’aria della nostra città in alcuni punti particolarmente sensibili: Contrà della Piarda davanti all’asilo nido, Borgo Berga di fronte al nuovo Tribunale, Piazza Matteotti, Ponte degli Angeli, Via 4 novembre davanti all’Istituto Farina, Borgo Scroffa all’altezza della rotatoria, Via Palemone all’uscita dei ragazzi da scuola. Nel pomeriggio si sono incontrati con il comitato di Laghetto per monitorare anche quella zona. Legambiente ha voluto accendere i riflettori sulla qualità dell’aria respirata dai cittadini nei percorsi urbani, monitorando, con particolare attenzione verso i danni per i più piccoli durante gli orari di ingresso e di uscita da scuola, i picchi di PM10 e PM2,5 concentrati ad “altezza uomo” e quindi potenzialmente molto più dannosi per la salute.

L’ indagine effettuata – spiega Valentina Dovigo, presidente del Circolo Legambiente Vicenza – non vuole avere alcun valore di comparabilità con i rilevamenti effettuati da ARPAV e con le centraline fisse che monitorano la media giornaliera del particolato ma vuole evidenziare quanto e come la popolazione sia esposta maggiormente agli inquinanti in luoghi precisi della città e in momenti precisi della giornata: ciò non è rilevabile dai dati forniti dalle centraline fisse”. Per tutta la mattinata i valori riscontrati sono stati fra i 70 e gli 80 di PM10, e fra i 45 e 50 di PM2,5, entrambi superiori ai valori fissati dalla norma. Se consideriamo che c’erano condizioni atmosferiche tese a favorire la dispersione degli inquinanti, non è un buon dato. Positiva l’esperienza all’uscita di scuola dei ragazzi in Via Palemone, unico punto della giornata con i livelli appena sotto norma. Che sia perchè nel giro di mezz’ora sono passate solo tre o 4 auto? E perchè i ragazzini si sono avviati a casa prevalentemente a piedi? C’è un “pedibus” progettato da tempo, ma dovrebbe essere un’esperienza da riprendere in tutta la sua potenzialità, ma soprattutto esportata in altri luoghi della città.

Anche vicino al quartiere di Laghetto, all’incrocio fra Viale Dal Verme e Via Dei Laghi i valori erano oltre i limiti consentiti.

A Vicenza, quindi, l’inquinamento atmosferico c’è, c’è da moltissimo tempo, e non si è ancora riusciti a mettere in campo quel “QUID” per limitarlo , cioè quel mix di politiche per la mobilità alternativa che possano determinare una svolta, o per lo meno dare il segno di un’inversione di tendenza. La lotta allo smog, cioè la lotta per una città più pulita e quartieri più vivibili, ha bisogno in primo luogo di una svolta culturale di tutti, di cittadini che sappiano superare abitudini consolidate e fin troppo comode, ma soprattutto ha bisogno di sindaci coraggiosi e determinati ad attuare tutte le politiche piùinnovative di mobilità alternativa.

I dati saranno resi noti nei prossimi giorni al termine della raccolta ed elaborazione degli stessi.

Lo strumento: si chiama Personal Dust Monit, ed è in grado di rilevare il PM10, PM2,5 e PM1, oltre alle polveri inalabili, tracheabili e respirabili.

PM10: particolato formato da particelle inferiori a 10 micron (µm): inferiori a un centesimo di millimetro. Polvere inalabile, in grado di penetrare nel tratto respiratorio superiore (naso e laringe). Le particelle fra circa 5 e 2,5 µm si depositano prima dei bronchioli;

PM2.5: particolato fine con diametro inferiore a 2,5 µm (un quarto di centesimo di millimetro). Polvere toracica, in grado di penetrare profondamente nei polmoni, specie durante la respirazione dalla bocca;

PM1: particolato con diametro inferiore a 1 µm

La campagna regionale terminerà il 17 marzo e farà tappa nei capoluoghi, Verona, Vicenza, Treviso, Rovigo, Venezia, ma anche a Thiene, Schio, Bassano (Vi), Mirano (Ve), San Donà di Piave, Dolo, Limena e Saonara (Pd)

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