Sosteniamo & Partecipiamo
8 Marzo 2017
La sensazione più naturale per i profani della bicicletta potrebbe essere esemplificata con una sensazione capitata a tutti almeno una volta nella vita: entrare in un negozio di cui poco si conosce e trovarsi tramortiti dalla vasta gamma di scelta disponibile del nostro prodotto.
Non se la prendano i gestori dei grandi magazzini ma per acquistare una bici nuova è preferibile rivolgersi ad un negozio specializzato. Ovviamente molto dipende dal tipo di utilizzo che pensate di fare della vostra amica a due ruote, se quello che vi serve è un mezzo da utilizzare ogni tanto e per brevi tratte è comprensibile rifarsi completamente al prezzo.
Ma se pensate alla bicicletta come un mezzo di spostamento alternativo, agile in città per superare le macchine e gli ostacoli urbani, ecologico e affidato totalmente alla forza dei vostri polpacci, allora forse è meglio un negozio specializzato.
Le bici a basso prezzo espongono soprattutto al problema basato sulla scarsa qualità dei componenti, e se è vero che rimane in ogni caso “solo un pezzo di ferro”, è altrettanto vero che la pellaccia in sella è pur sempre la nostra. Diffidate di una bici dal prezzo eccessivamente basso, è spesso una bicicletta che comporta dei costi aggiuntivi futuri imprevisti nella riparazione delle sue componenti, dai pedali ai freni, dal cambio al sellino. Denaro e soprattutto tempo.
Ecco allora qualche semplice indicazione sui materiali adoperati per costruire i telai che potrebbe tornarvi utile per farvi un’idea per il vostro acquisto in un rapporto di qualità-prezzo.
Partiamo con l’acciaio: è tra i materiali più ampiamente utilizzati per costruire i telai, è poco costoso e facile da utilizzare, è molto resistente alle sollecitazioni meccaniche della bici e all’usura del tempo ma è anche tra i telai più pesanti.
L’alluminio fa la sua comparsa sul mercato dopo l’acciaio, è un materiale molto versatile e più leggero dell’acciaio, eppure è meno flessibile e dimostra una minore resistenza meccanica.
La matrice metallica è una lega in alluminio rivestita da uno strato superficiale in ceramica con lo scopo di rendere il tutto più resistente. Questo composto rende il telaio più resistente alle sollecitazioni meccaniche e risulta più leggero dell’acciaio.
La fibra di carbonio è ricavata da resine, proprio come accade per la scocca di un aereo o una barca da regata, è un materiale più leggero dell’acciaio e dell’alluminio ed è tra i migliori materiali in circolazione. La sua robustezza variabile dipende dal numero di strati utilizzati per costruire il telaio, maggiori strati significano una maggiore resistenza ma anche un prezzo maggiore.
Il Titanio merita una citazione, è certamente tra le migliori leghe in circolazione in quanto è tanto resistente da essere considerato quello che eccelle per durata, ma è altrettanto poco versatile per le riparazioni essendo molto difficile da saldare. Ha un’elevata resistenza meccanica, circa il doppio rispetto all’acciaio, non arrugginisce, non necessita di verniciatura e resiste molto bene al logorio del tempo. Un difetto? Costa moltissimo.
E’ scontato dire che i materiali citati possono essere considerati quelli che vanno per la maggiore sul mercato e che, se avete bisogno di una bicicletta per muovervi in città (la cosiddetta city-bike), questi telai rispondono già egregiamente alla necessità.
Eppure i materiali che possiamo trovare sul mercato sono decisamente più vari e in continua evoluzione! Negli ultimi anni, per quello che riguarda i mercati di nicchia, i produttori si sono cimentati con varie proposte alternative interessanti di materiali innovativi sotto il profilo delle prestazioni, o ecologici e biodegradabili.
Il primo materiale da portare alla “ribalta della cronaca” è il magnesio.
Questo materiale è tutt’oggi considerato come uno dei più complicati da trattare e questo è uno dei motivi che ne fanno un articolo su cui pochi produttori hanno deciso di investire seriamente per i telai, anche se il dato è in controtendenza. Il magnesio è molto più leggero sia dell’alluminio che del titanio ed ha un’elevata resistenza alla trazione, caratteristica che lo rende a prova di ammaccature. Tra i difetti principali, similmente al titanio, pecca nella funzione della saldatura poiché durante il processo di lavorazione reagisce molto velocemente con l’ossigeno, e per di più deve essere verniciato al fine di evitarne la corrosione.
Un altro materiale alternativo di nicchia decisamente speciale è il bambù, arbusto originario dell’Asia la cui versione più pregiata è rappresentata dal bambù trattato termicamente.
La materia prima è economica, naturale, leggera e soprattutto biodegradabile: lo smorzamento delle vibrazioni che si ottiene con questa lega (il bambù è talvolta combinato al magnesio) è il più alto in assoluto data la sua flessibilità naturale ed è accompagnato da un’ottima resistenza alle sollecitazioni. I due difetti principali consistono invece nel prezzo, ancora poco competitivo sul mercato, e ovviamente la deperibilità.
Per prevenire danni dovuti al contatto con l’acqua o dall’attacco di insetti xilofagi viene protetto da uno strato superficiale di poliuretano. Una curiosità? Il bambù è la pianta legnosa a più rapida crescita al mondo.
Tra le invenzioni del momento che mescolano il genio alla follia troviamo un progetto dell’ingegnere messicano Alberto Gonzalez. L’invenzione sta facendo parlare di sé per la speciale composizione dei materiali utilizzati in questa bicicletta: telaio e ruote di cartone riciclato, componentistica in metallo e plastica riciclabile. E’ il progetto della Greencode, startup nata a Chihuahua che ha ideato una bicicletta all’insegna dell’ecosostenibilità.
Le gomme piene e prive di camera d’aria sono state ideate per eliminare l’inconveniente delle forature mentre i freni adottati funzionano a contropedale. Una bici di carta che promette di essere più solida di quanto non si possa pensare, il telaio in cartone è stato impermeabilizzato da una vernice a base di polistirene per un peso totale di circa 10 chili.
Persino il costo è tutto sommato competitivo, la Urban GC1 costerà 2’999 pesos messicani che sono l’equivalente di circa 130 euro e si proporrà sul mercato, nell’immediato futuro, come un mezzo semplice e senza fronzoli.
Daniel Turini