Aria
12 Dicembre 2017
Con questi semplici accorgimenti si può diminuire il consumo ed i costi riducendo molto le emissioni e non rischiare sanzioni.
Una cattiva combustione negli impianti ad alimentazione a biomasse (pellet, legna, cippato ecc.) è tra i maggiori responsabili delle emissioni di PM10.
Bruciare correttamente la legna, preferendo l’accensione dall’alto, scegliendo legna secca da almeno due anni e seguendo alcune accortezze sulle dimensioni, può favorire il miglioramento della combustione, riducendo nettamente il consumo di legna stessa e nello stesso tempo riducendo la produzione di PM10.
La breve guida al corretto utilizzo della legna “Come bruci la legna?” è un valido supporto per saperne di più. Si segnalano inoltre la Guida pratica al cittadino “Come riscaldarsi correttamente con il legno. In sicurezza, nel rispetto dell’ambiente e della qualità dell’aria” e i contenuti divulgati da AIEL, Associazione Italiana Energie agroforestali.
Ecco un vademecum prodotto da Italia in Classe A, Ministero dello Sviluppo Economico ed ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) per contribuire a rendere gli impianti di riscaldamento più efficienti:
È la regola numero 1, sia per motivi di sicurezza, sia per evitare sanzioni: un impianto ben regolato e ben manutenuto consuma e inquina meno.
Scaldare troppo la casa fa male alla salute e alle tasche: la normativa consente una temperatura di 20-22°C, ma 19°C sono più che sufficienti a garantire il comfort necessario. Ogni grado abbassato si traduce in un risparmio dal 5 al 10 % sui consumi di combustibile.
Il tempo massimo di accensione giornaliero è indicato per legge e cambia a seconda delle sei zone climatiche in cui è suddivisa l’Italia.
Un aiuto al risparmio arriva dai moderni dispositivi elettronici che consentono di regolare temperatura e tempo di accensione in modo da mantenere l’impianto in funzione solo quando si è in casa.
Già obbligatorie nei condomini, queste apparecchiature aprono o chiudono la circolazione dell’acqua calda nel termosifone, consentendo di mantenere costante la temperatura impostata. Aiutano a concentrare il calore negli ambienti più frequentati ed evitare sprechi.
È un trucco semplice e molto efficace per ridurre le dispersioni
Chiudendo persiane e tapparelle o mettendo tende pesanti si riducono le dispersioni di calore verso l’esterno
Mettere tende o mobili davanti al termosifoni o usare i radiatori come asciugabiancheria disperde calore ed è fonte di sprechi. Inoltre attenzione a non lasciare troppo a lungo le finestre aperte: per rinnovare l’aria in una stanza bastano pochi minuti, evitando inutili dispersioni di calore.
La diagnosi energetica serve a valutare la prestazione energetica dell’edificio e degli impianti. Il tecnico che la esegue ti suggerisce quali interventi fare e quali incentivi messi a disposizione dal governo puoi richiedere.
Isolando le pareti e sostituendo le finestre puoi ridurre i consumi di energia fino al 20%. La sostituzione di una vecchia caldaia con una a condensazione fa ridurre i consumi fino al 30%. Se realizzi impianti integrati dove la caldaia è alimentata con acqua preriscaldata da un impianto solare termico e/o da una pompa di calore alimentata da impianto fotovoltaico, puoi ridurre i consumi di energia ulteriormente.
Sul sito della Regione Veneto è possibile consultare il Regolamento sul controllo e la manutenzione degli impianti di climatizzazione (D.P.R. 74/2013): se è vero che per la regione Veneto è stato eliminato il pagamento del Bollino Impianti Termici, chi non è in regola in termini di manutenzione degli impianti può essere soggetto a sanzioni.
Viene stabilito che ai Comuni con un numero di abitanti superiore a 30.000 (tra i quali c’è anche Vicenza) spetta il controllo della sicurezza, dell’efficienza, ovvero dell’avvenuta manutenzione degli impianti, in vista delle conseguenze delle emissioni di polveri sottili sul sistema sanitario e sull’ambiente. Per i restanti Comuni tale compito spetta alle Province.
Il Comune di Vicenza si sta attivando per informare i cittadini su questo tema. È stato già organizzato un primo incontro informativo aperto alla cittadinanza lo scorso 17 novembre, a cui prossimamente ne seguiranno altri, a cura dell’Assessorato alla Progettazione e Sostenibilità Urbana – Settore Ambiente, Energia e Tutela del Territorio. In quell’occasione sono intervenuti l’ing. Brunetti della Direzione Ricerca, Innovazione ed Energia della Regione Veneto e il dott. Crimì del settore Ambiente, Energia e Tutela del Territorio del Comune di Vicenza.
A Vicenza, attraverso l’emanazione di un bando di ispettori sono stati effettuati i controlli di più di un centinaio di utenze, estratte casualmente, di impianti termici, tra singoli e centralizzati (condominiali). È importante sapere che tale ispezione non è a pagamento, in quanto all’utente spetta solo pagare il tecnico manutentore. L’ispezione non ha soltanto l’obiettivo di verificare l’assoluzione degli oneri dell’avvenuta manutenzione, ma anche di controllare le eventuali omissioni dei manutentori, che possono anch’essi incorrere in sanzioni.
Infatti, durante la manutenzione deve essere effettuato il controllo della sicurezza, ovvero la pulizia dell’impianto, e il controllo dell’efficienza, ovvero il controllo dei fumi. Il manutentore è obbligato a rilasciare il libretto dell’impianto che contiene due codici necessari per l’iscrizione al CIRCE, il Catasto Impianti e Rapporti di Controllo di Efficienza energetica. Se non si possiede il libretto per ciascun impianto posseduto si può incorrere in sanzioni. Si ha inoltre l’obbligo di registrare gli impianti al CIRCE.
Come si fa a riconoscere l’esperto manutentore? L’ing. Brunetti suggerisce di monitorare queste caratteristiche per evitare di incorrere in visite truffaldine:
Attenzione: se non viene rilasciato il libretto o i codici o se sul sito non compaiono i codici, di contro non bisogna effettuare il pagamento dell’impianto o della prestazione di manutenzione. A volte il manutentore non rilascia il libretto con la scusa che i codici possono essere modificati: non è vero, il libretto si può solo visualizzare sul CIRCE e non modificare. Se il rivenditore o il manutentore non forniscono tali codici non devono essere pagati, idem se sul sito non compaiono i codici ricevuti. Se l’inquilino dell’abitazione non è disposto a fare la manutenzione, il proprietario dell’immobile non deve rendersene complice: deve comunicarlo all’autorità competente (il Comune di Vicenza), in quanto l’illegittimità comprende anche l’omissione di segnalazione.
Per ogni altra informazione e suggerimento si segnalano:
Alessandra Pepe