Aria
9 Febbraio 2018
Vicenza, 01/02/2018
COMUNICATO STAMPA
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Pubblicato “Mal’Aria 2018”, il dossier annuale di Legambiente
sull’inquinamento atmosferico nelle città italiane
Vicenza è fra le città dove si respira l’aria peggiore
Il 29 gennaio 2018 è stato pubblicato “Mal’Aria 2018”, l’annuale dossier di Legambiente che fotografa la situazione delle città italiane per quanto riguarda il problema dell’inquinamento atmosferico.
Quello che è emerso è che l’aria che si respira in ben 31 città italiane è davvero pessima, con un inquinamento costante per tutto il 2017: in inverno a causa delle polveri sottili (PM10 e PM2,5) e in estate a causa dell’ozono troposferico (O3). Sono 39 i capoluoghi di provincia italiani dove il limite giornaliero per il materiale particolato (PM) previsto dalla legge, 50 microgrammi per metro cubo (in seguito µg/m3), è stato sforato un numero di volte superiore a quello consentito (vale a dire 35 giorni l’anno). Il triste primato va a Torino con ben 112 superamenti, seguita da Cremona, Alessandria e Padova, che registrano anch’esse più di 100 giorni di sforamento.
Vicenza, che ha oltrepassato per ben 90 giorni il limite consentito, entra nella classifica, all’undicesimo posto, delle città dove si respira l’aria peggiore. Rispetto all’anno precedente Vicenza migliora la sua posizione nella classifica passando dalla 5^ all’11^ posizione. Tuttavia, l’aria che si respira nella nostra città invece di migliorare peggiora: nel 2016 i superamenti erano stati 72 (contro i 90 del 2017).
È possibile notare che le prime posizioni sono coperte da città situate nel nord Italia. La Pianura Padana, infatti, risulta essere l’area maggiormente interessata dalla problematica dell’inquinamento. Il motivo sta nelle specifiche condizioni orografiche e meteoclimatiche (scarsità di venti, frequenti fenomeni di inversione termica notturna, alta pressione atmosferica) che, combinate con l’assenza di pioggia, favoriscono il concentrarsi e l’accumulo nell’aria di inquinanti.
Come si può vedere dal grafico qui di seguito, che è una nostra elaborazione dei dati raccolti dalla centralina ARPAV situata nel Quartiere Italia, dal 2003 al 2016 la media delle concentrazioni di PM10 a Vicenza è diminuita, tuttavia restano comunque dei picchi nel 2011 e nel 2015.
La normativa italiana (D.Lgs. 155/2010) prevede che, in un anno, il limite di 50 µg/m3 non debba essere superato più di 35 volte. La centralina, posta nel Quartiere Italia a Vicenza, ha invece registrato un numero di superamenti di gran lunga superiore. Nella tabella seguente si osservano i dati puntuali relativi ai giorni di superamento della concentrazione limite di PM10 negli ultimi cinque anni.
L’aria a Vicenza si può definire irrespirabile. Questo comporta tutta una serie conseguenze sulla salute dei cittadini nonché sull’ambiente. Le polveri sottili sono infatti particelle molto piccole e per questo facilmente inalabili: sono capaci di penetrare nelle vie aeree causando effetti irritanti come secchezza e infiammazione di naso e gola. Più pericolosi ancora sono i PM2,5 che, avendo dimensione inferiore, sono respirabili in quanto entrano in circolo nel sangue al pari dell’ossigeno. Come riporta l’Agenzia europea dell’ambiente (EEA), le morti premature, nel nostro Paese, a causa dell’inquinamento, sono 60 mila ogni anno.
Le azioni da intraprendere urgentemente, come ribadiamo ogni anno, sono legate sia alla mobilità che ai sistemi di riscaldamento: è urgente e necessario limitare l’uso dei veicoli più inquinanti, introducendo veri disincentivi come le zone o aree a pedaggio urbano i cui proventi siano immediatamente reinvestiti nel potenziamento della mobilità sostenibile (favorire pedoni, biciclette, car sharing e trasporto pubblico); è altrettanto urgente e necessario ridurre la quantità di inquinamento generato dalla combustione dei sistemi di riscaldamento: attuando interventi di efficienza energetica sugli edifici capaci di ridurre considerevolmente i consumi (e quindi la combustione di Gasolio, legno, pellet e gas per riscaldamento); favorendo la sostituzione di impianti termici obsoleti (come i caminetti e le vecchie stufe che producono grandi quantità di PM10 o caldaie vecchie e poco efficienti), con sistemi moderni ed efficienti, meglio ancora se alimentati da energie rinnovabili (ad esempio pompe di calore alimentate da pannelli fotovoltaici); potenziando i controlli sugli impianti per garantirne l’efficienza e l’affidabilità.
Per affrontare l’emergenza serve che Stato, Regione e Comune lavorino in maniera coordinata garantendo i fondi, lavorando seriamente sul fronte degli incentivi e disincentivi. Per avere successo nei prossimi anni, il Comune di Vicenza dovrà essere in grado di attuare politiche pluriennali capaci di porre un vero freno all’uso dei mezzi inquinanti favorendo l’incremento della ciclabilità, lo sviluppo del car sharing e potenziando il trasporto pubblico con parcheggi di interscambio esterni ai centri urbani, il tutto facendo rete con i comuni contermini, che sono corresponsabili dell’inquinamento e ne subiscono le stesse conseguenze. L’amministrazione dovrà favorire seriamente gli interventi di riqualificazione energetica nel pubblico e nel privato, approfittando dei molti incentivi a disposizione fino al 2020, garantendo ampi controlli sia sugli impianti termici che sui veicoli circolanti e aumentando le aree a verde urbano e le piantumazioni.
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