Aria
12 Dicembre 2017
L’ozono troposferico, oltre ad essere dannoso per l’ambiente, è un gas nocivo per la salute umana in quanto può provocare problemi respiratori, bruciore agli occhi, irritazione a gola e mucose e può causare un incremento delle malattie che colpiscono i polmoni. L’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità) ha infatti stabilito che il limite di esposizione delle persone a questo inquinante non deve superare i 100 µg/m3 in un tempo medio di 8 ore. Lo sforamento di tale limite oltre i 25 giorni nell’arco di 3 anni può provocare delle ripercussioni negative sulla salute.
Il Decreto Legge n.155/10 prevede altri due valori soglia: la soglia di informazione e la soglia di allarme. La prima è pari a 180 µg/m3. Superato questo valore, anche nel caso di breve esposizione, emergono rischi per la salute umana per i soggetti più sensibili. Il secondo è pari a 240 µg/m3. L’esposizione a tali valori, anche per breve durata, è rischiosa per chiunque.
Come già preannunciato nel nostro articolo di ottobre, il monitoraggio dell’ozono troposferico a Vicenza è terminato il 15 settembre 2017.
Nella tabella sottostante vengono riportati i dati rilevati dagli strumenti ospitati da alcuni volontari presso le loro abitazioni situate in tre punti diversi della provincia di Vicenza: Ponte di Barbarano, Isola vicentina e Barbarano vicentino. Uno strumento è stato invece installato sui Colli Euganei presso la centralina ARPAV.
I dati raccolti da tutti gli strumenti sono stati messi a confronto con quelli rilevati dalle centraline ARPAV.
Tab.1: la tabella riassume i valori di superamento raggiunti durante il monitoraggio estivo.
Da quanto è emerso dall’analisi, sono numerose le volte in cui sono stati superati i valori soglia, sia quelli stabiliti dall’OMS (100 µg/m3) sia quelli fissati dall’UE (120 µg/m3). Il valore per la salute umana è stato superato in media 32 volte in soli tre mesi. Ricordiamo che l’OMS raccomanda che il limite non sia superato più di 25 volte nell’arco di tre anni.
Anche la soglia di informazione (180 µg/m3) è stata superata alcune volte (in media 11 volte in tre mesi), mentre la soglia di allarme (240 µg/m3) non è mai stata raggiunta.
Dai rilevamenti risulta che l’aria peggiore, per quanto riguarda l’ozono troposferico, si respira sui Colli Euganei mentre quella migliore, si fa per dire, si respira a Ponte di Barbarano.
Giulia Dalle Palle e Elena Ceretta