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“The game” : scommettere la sua vita per arrivare in Europa

15 Aprile 2021

“Si chiama The Game perché se riesci hai vinto, se perdi ci provi un’altra volta”.
Da diversi anni, possiamo trovare su internet articoli su questo “game” : il percorso che consiste nel cercare di attraversare la frontiera Bosniaca per arrivare in Croazia.
Lo chiamano “Game”, il gioco crudele per raggiungere l’Europa.
Tv7, reportage dalla Bosnia tra i migranti respinti al confine con la Croazia, 1’34”.

 

Tra gli ostacoli che questo ”game” li costringe a superare, ci sono quelli della polizia croata. Evidenziato da foto e testimonianze di migranti, la polizia croata ora marchia i migranti con vernice spray. Sul confine blindato la pratica razzista di segnare le persone con una croce arancione è ormai prassi.

🇮🇹 Articolo completo del Manifesto

🇬🇧 Articolo del Guardian (Inglese) 

credits : Handout

 

 

The Game: in Bosnia i migranti scommettono la vita per arrivare in Europa – Reportage della Repubblica, 7 febbraio 2021, 34’43”.

 

https://www.orizzontipolitici.it/the-game-rottabalcanica/

 

Oltre a questo pericoloso tentativo di attraversamento, i migranti vengono picchiati e derubati di quel poco che hanno: i cellulari, i vestiti e talvolta le scarpe. Alessandra Coin, responsabile in Veneto della Comunità di Sant’Egidio, è appena tornata da una missione a Bihac e spiega che vengono cercati con i droni e i cani. Racconta che è per questo che hanno iniziato a fare ‘the game’ in gruppi di 50 persone, così magari vengono bloccati in 30, ma in 20 ce la fanno.

“Nel 2020 – ricorda Internazionale – in Bosnia ed Erzegovina sono transitate 16mila persone: più di diecimila sono rimaste bloccate nel Paese sia per l’ulteriore chiusura delle frontiere dovuta alla crisi sanitaria sia per i respingimenti operati dai Paesi confinanti.”

A Lipa, l’esercito ha montato dei tendoni, alcuni riscaldati, altri no. In ogni tenda vivono 30-35 migranti in condizioni disumane: non c’è l’elettricità, manca l’acqua corrente.

“La Commissione Europea ha fornito un budget significativo alla Bosnia-Erzegovina che include la gestione di questa crisi umanitaria. Dal 2018 sono stati consegnati complessivamente 88 milioni di euro”. Le responsabilità del Paese per non aver creato strutture di accoglienza dignitose sono indubbie, ma altrettanto indubbia è la responsabilità dell’Ue nel continuare a chiudere gli occhi su tutto, pur di non ripensare la propria Fortezza.”

Articolo completo del Huffingtonpost 

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