Legalità
13 Luglio 2016
Domenica 10 luglio si è conclusa la campagna di crowdfunding realizzata da Legambiente Vicenza, Italia Nostra sezione di Vicenza e Comitato Contro gli Abusi Edilizi, dal titolo “ABBATTIAMO GLI ABUSI! Cosa pagheresti per vederlo sparire?”.
Abbiamo utilizzato uno strumento di finanziamento dal basso per poter affrontare le spese legali legate alla nostra battaglia contro l’ecomostro di Borgo Berga. La campagna è partita l’8 aprile in un periodo caldo per la vicenda, ed è durata 3 mesi. Grazie al sostegno di chi ha creduto nel nostro impegno abbiamo raccolto 2.962,57 euro, 1.019 dalla piattaforma (Produzioni dal Basso) che ci ha ospitato e il resto sul conto corrente che abbiamo aperto appositamente per l’occasione con Banca Etica.
A tal proposito specifichiamo che sarà ancora possibile fare una donazione con i seguenti dati:
IT62 F050 1811 8000 0000 0229 145
intestatario LEGAMBIENTE VOLONTARIATO VICENZA
causale “DONAZIONE CAMPAGNA BORGO BERGA”
In queste 12 settimane ci siamo impegnati a diffondere quanto più possibile il link della pagina della campagna, ma abbiamo creato anche una pagina facebook e un sito dedicato all’iniziativa, che raccolgono anche notizie e aggiornamenti in generale sul caso.
Inoltre, abbiamo organizzato un simpatico concorso dal titolo “Fatti un selfie con il MOSTRO!”, con il quale abbiamo chiesto a tutti quelli che sentivano di voler esprimere il loro sdegno di farsi una foto con Borgo Berga sullo sfondo e con un’espressione sufficientemente schifata. Il concorso si è concluso il 17 giugno e le 3 foto migliori sono state premiate durante Festambiente.
Per noi infatti non era importante solo raccogliere fondi, ma anche creare una risonanza mediatica che riuscisse a smuovere la coscienza e lo sdegno dei cittadini di Vicenza, che si ritrovano con un importante scorcio di paesaggio cittadino deturpato e pensano di dover subire la cosa, come se tutto fosse stato già deciso.
Beh, noi vogliamo ribadire con forza che non lo è!
E la recente contestazione di tutta l’area (costruita, in costruzione e sulla carta) come “lottizzazione abusiva”, da parte della Procura della Repubblica; il sequestro di una parte (anche se si tratta di una parte per la quale non sono mai stati chiesti i permessi di costruire); l’iscrizione sul registro degli indagati di 17 persone (tra i quali anche l’architetto Gonçalo Nuno De Sousa Byrne, che ha progettato il complesso, alcuni tecnici del Comune e i vertici di Maltauro e Sviluppo Cotorossi), lo testimoniano.
Le 3 associazioni ovviamente non si fermano qui: abbiamo depositato un esposto anche pochi giorni fa per chiedere nuovamente il sequestro di tutta l’area e per ribadire che secondo le date di inizio lavori e proroga dei permessi di costruire, gli stessi risulterebbero irregolari e così per i lavori, che vanno avanti, anche grazie al passaggio dei mezzi, attraverso l’area sequestrata.
Il forte sostegno che abbiamo ricevuto ci ha dato nuova energia per mettere in campo tutto ciò che possiamo perché crediamo ancora che questo caso possa diventare l’esempio per il nostro Paese di cosa non deve essere fatto, ma anche di come si può rimediare.