Il 27 luglio 2017 si è svolta presso il Centro Civico di Via Maurisio un’assemblea pubblica, avente ad oggetto il futuro dell’area “ex Barcaro Zaccaria”, l’ex area produttiva che sorge all’altezza del cavalcavia di via Aldo Moro, tra Ca’ Balbi, viale Camisano e via Brocchi. Legambiente Vicenza ne è stata informata a riunione fatta, da una residente della zona: ci ha chiamato preoccupata che l’area verde che si è creata dopo il 2009 potesse essere rasa al suolo per lasciar spazio al cemento. Noi abbiamo avuto modo di visitare l’area e vederla anche dal terrazzo della signora: abbiamo visto tutto sommato un certo ordine, non abbiamo sentito nessun tipo di odore (cosa che altri residenti sembrano aver lamentato più volte) e la signora ci riferisce che d’estate si sentivano gracidare le rane e spesso ha avuto modo di osservare diversi uccelli, tra cui l’airone, stazionare anche per diversi giorni. La speranza della signora, dell’associazione e del WWF di Vicenza, che abbiamo contattato, era sicuramente che si potesse valorizzare un equilibrio che la natura, nel corso degli anni, aveva già provveduto a creare, partendo sicuramente da una situazione di degrado e abbandono. Ma la L.R. n. 50 del 28/12/2012 non prevede questo: prevede che le aree che vengono identificate dal Comune come “aree degradate” possano, su iniziativa di privati, essere trasformate in aree commerciali in modo automatico, con semplice richiesta al SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive). È così che lungo viale della Pace di recente sono stati decisi altri due interventi di “recupero”: uno dove sorgeva l’edificio di ex “Ceramiche Vicentine” e uno al posto dell’area ex Enel. Entrambi diventeranno supermercati, che si aggiungono a quelli già presenti lungo la stessa strada. A quasi due mesi di distanza dalla riunione di luglio è uscito sul Giornale di Vicenza un articolo che parlerebbe, per l’area “ex Barcaro-Zaccaria” di acquisto all’asta fallimentare di tutta l’area da parte di Domus Brenta, che, come si legge nell’articolo, sarebbe «legata al gruppo Aldi, una delle maggiori catene distributive mondiali che da inizio anno sta pianificando lo sbarco in Italia, con l’apertura di numerosi supermercati discount». Il giornale parla di un «supermercato, una piazza, parcheggi, rotatoria ma anche palestra e ristorante». E ne parla come se il progetto fosse già pronto al via. L’assessore alla Progettazione Antonio Marco Dalla Pozza, in seguito a nostra richiesta di chiarimenti, specifica che si tratterebbe di una «proposta progettuale informalmente pervenuta ai nostri uffici». Sembra plausibile però che questa zona subirà lo stesso destino delle omologhe e vicine entro un periodo di tempo non troppo lungo, visto che i lavori sono già partiti con un primo taglio completo della vegetazione. Una riflessione che viene da porre è se questo si possa veramente definire “recupero” di aree degradate, con lo scopo di “salvaguardare la sostenibilità territoriale ed ambientale ed il risparmio di suolo, incentivando il recupero e la riqualificazione urbanistica di aree e strutture dismesse e degradate”, come prevede la L.R. n. 50 del 28/12/2012, o se invece non si tratti di un sistema che genera altro degrado futuro. Si, perché viene spontaneo pensare che ci sia un livello di saturazione oltre il quale la capacità di acquisto di un certo numero di persone non possa andare. Costruire più supermercati non farà comprare di più, ma genererà concorrenza spietata che obbligherà prima o poi qualcuno a chiudere e allora ci saranno altri grandi edifici che saranno abbandonati o che dovranno essere riconvertiti. E allora non sarebbe meglio pensare già da adesso a modi alternativi di “recupero” di queste aree dimenticate per tanto tempo all’interno delle nostre città? Non sarebbe il caso di rivedere buona parte di questa legge che sta riempiendo di centri commerciali il nostro territorio, che avrebbe davvero bisogno di altro per essere valorizzato?